domenica 20 gennaio 2008

Osteria



Questa che vi voglio raccontare
non è una poesia,
ma è la storia dell'osteria.
Cara vecchia mia!
Quante sere abbiamo trascorso in allegria
con un buon bicchiere di vino
e giù a scherzare in compagnia...
Ricordi di un tempo lontano,
il primo amore che ti stringeva la mano
incrociando lo sguardo timidamente piano piano.
Quanta gente hai visto passare
e quanti segreti da mantenere !
Allora era tutto reale,
oggi ho chiuso gli occhi per un attimo
ritornando a sognare ....

Per Te




Tutto l'amore
che io ho
te lo regalo
puoi farne quello che vuoi
ma se tu lo butti via
non c'è piu speranza
e finisce un sogno
non dimenticarlo mai...

La Mia Terra



vieni qui
lasciati prendere,
senti com'è fresca l'aria dopo la grandine,
nella mia terra il tramonto colora anche l'anima,
sopra gli argini dei fontanili crescono ancora le fragole,
sotto i portici dei nostri cortili fanno il nido le rondini,
piango solo quando non torno,
e rido solo quando ritorno,
ritorno da te.
(Gamba de Legn)

Respiro




Il tuo respiro
è soltanto un attimo,
che corre forte
e parla di noi,
e non ha tempo
di voltarsi mai,
e come i sogni,
che bruciano,
dietro ad un sorriso
piano si nascondono,
ed ho paura,
di dirti che,
io non ho niente,
se non ho te ...
(Nomadi)

Strade



Tutte le strade
percorse in una vita,
tutte quelle
che bisogna percorrere
per crescere,
per soddisfare le domande;
per conquistare,
amare,
lavorare,
scoprire.
Le strade che ci hanno visto bambini
che ci hanno visto piangere,
salutare,
partire
ritornare.

Mi faccio il mazzo !!!




Ma chi lo dice che chi bene inizia è a metà dell’opera ?

Stamattina : ore 7.00 …. Devo recarmi al lavoro.Oggi sono particolarmente allegro, sarà perché è già giovedì e la giornata è molto bella, nel cielo è già spuntato il sole. Doccia e barba fanno da contorno. Arrivo in cucina e dopo una bella colazione, accarezzo il mio gatto che mi sembra anche lui più frizzante del solito. Premetto che stamattina dovrò usare la Fiat 500 di mia suocera, essendo la mia automobile fuori uso per via della marmitta che si sta staccando.

I miei suoceri sono partiti ieri per Sanremo, e mi hanno lasciato una bella porzione di lasagne che già pregusto per mezzogiorno, quando tornerò a casa per la pausa pranzo (di solito pranzo da loro). Sono in anticipo e mi prendo anche il lusso di preparare la tavola. Sono pronto per uscire. Prendo le mie cose e mi accorgo che sopra il portafoglio mia moglie (uscita di casa un’ora prima di me) mi ha lasciato un biglietto dell’autobus con un post-it con scritto “nel caso avessi bisogno…” Sorrido all’idea e non lo considero! Scendo invece le scale, pensando di far sfrecciare quella carretta rossa che mia suocera usa a 30 all’ora solo per le piccole commissioni in città.

Apro il garage, getto il mazzo di chiavi di casa sul cruscotto della Fiat 500. Giro la chiave di accensione nel quadro…. Niente, non ne vuole proprio sapere di avviarsi. Dopo 5 buoni minuti di tentativi getto la spugna, inc@zzato nero. Ripenso al maledetto biglietto dell’autobus che ho lasciato sulla mensola. Chiudo il garage (quello che da fuori è provvisti di manovella, la giri e se non hai la chiave ti scordi di riaprirlo) e mi avvicino alla porta di casa…. Le chiaviiiiii !!!! ‘Azz, le ho lasciate sul cruscotto della Fiat 500 !!!! Non posso prendere neppure la mia auto con la marmitta rotta che sta nel garage a fianco. Sono solo con me stesso in mezzo al cortile. Chiamo mia moglie, impanicato…. Le spiego l’accaduto e lei mi manda a cag@re con un “sei sempre il solito”.

Mi avvio mestamente alla fermata dell’autobus, la mia ultima risorsa, col rischio di cuccarmi anche una bella multa perché non è previsto il servizio di rilascio biglietti in vettura e purtroppo la rivendita è troppo distante. Attendo infreddolito l’autobus che passerà tra più di mezz’ora. Pessimismo e fastidio. Ad un tratto alzo lo sguardo e lo vedo. MIRACOLO! Non è l’autobus , ma il furgoncino rosso fiammante dello zio di mia moglie (professione giardiniere, per i famigliari “lo Zio Pierino), un vecchio Fiat immatricolato nel lontano 1978, che lui chiama affettuosamente “Ferrarino”. Mi vede lì, incredulo si accosta e gli spiego l’accaduto. Dopo una grassa risata, si offre di accompagnarmi dall’altra parte della città dove lavoro e dove lui, per puro caso deve recarsi per sistemare un giardino poco distanteda lì.

Arrivati davanti al portone della ditta, chi vedo come prima persona ? il mio capo officina. E’ incuriosito e divertito dalla visione del buffo camioncino. Scendo, mi reco velocemente a timbrare il cartellino. L’orologio segna le 8,46…. Mi sono giocato anche l’ultimo quarto d’ora.
Non è ancora iniziata la mia giornata lavorativa, ma io mi sono già fatto il “mazzo”!

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Quella volta ... (storia vera)



Sanremo. Maggio 2007. Mi sono concesso una piccola vacanza senza mia moglie (che per problemi di lavoro è dovuta restare in città), in compagnia di mio cognato, che si sta riposando in Riviera con la moglie e il piccolino. La giornata è piovosa. A Sanremo non piove quasi mai, ma quelle poche volte che accade, è un vero e proprio diluvio. Dopo una giornata trascorsa insieme, mi congedo da mio cognato e mi concedo un po’ di tempo tutto per me. Sono le 17,00 circa. Dopo aver girato un po’ per negozi, decido di acquistare una camicia e un paio di scarpe, che si aggiungono all’ombrello appena preso da un vù cumprà all’angolo. Io ho sempre odiato gli ombrelli, ma questa volta non posso proprio farne a meno!

Raggiungo mio cognato al nostro punto di ritrovo, il Bar Gino, per l’happy hour. La cosa si fa spessa perché arrivano altri nostri amici. Un aperitivo tira l’altro e la faccenda si fa complicata, il tempo scorre e ci accordiamo per una “pizzata”. Mio cognato torna al residence situato a pochi metri dal bar, io mi affretto a raggiungere la stazione degli autobus per recarmi nella casa in affitto dei mie suoceri a circa 15 minuti da lì, per prepararmi alla serata.

Arrivo un po’ “confuso” alla stazione, l’autobus sta per partire. Salgo con le mie borse e l’ombrello, carico come un asino e mi metto comodo. Mi accorgo dopo alcuni minuti che il percorso non è quello solito. Ho sbagliato autobus. Chiedo all’autista se ferma comunque vicino alla mia via. Mi risponde di sì. Mi tranquillizzo e mi appisolo. Dopo un po’ mi risveglio e non so più dove siamo. Tra l’altro sono rimasto l’unico passeggero. Chiedo nuovamente informazione all’autista. La mia fermata è passata da un pezzo. La strada è stretta, a senso unico e in salita, e tristemente senza più fermate intermedie. Scopro che la destinazione è il capolinea di San Romolo, 15 chilometri in salita !! Che bella figura di merd@ ! L’autista è divertito, mi guarda stupito, se non avessi sbagliato autobus sarei tornato a casa in meno di dieci minuti.

Ci presentiamo, lui si chiama Marco, gli racconto la mia disavventura. Scoppia a ridere e cerca di consolarmi. E’ contento. In questa giornata piovosa ha trovato qualcuno a fargli un po’ di compagnia. La strada sale sempre di più, piove a dirotto. Mi rassicuro che stia attento alle curve. Finalmente dopo più di 45 minuti arriviamo al capolinea. Con mia sorpresa non ripartiremo subito. E’ previsto uno stop di 15 minuti circa….. Ne approfitto per bere un prosecchino nel bar-ristorante della piazza di San Romolo, tanto tardi per tardi…. Dopo circa 10 minuti Marco viene a chiamarmi. Dice al barista che è venuto a recuperare il suo UNICO passeggero. Ce la ridiamo di gusto. Risaliamo sull’autobus e ritorniamo a Sanremo.

Ad un tratto suona il cellulare: mio cognato mi informa che sono tutti nei pressi della pizzeria e che manco solo io. Peccato che non arriverò in tempo per la pizza nell’orario concordato. Mi chiede cosa è successo. Quando rispondo che sono su un autobus nei pressi di San Romolo, non crede alle sue orecchie, pensa che lo sto prendendo in giro. Decido allora di farlo parlare con Marco, che sempre più divertito lo prega di aspettarmi, gli dice che sono molto simpatico, che sono stato un’ottima compagnia in questo viaggio e di non disperarsi…. Che prima o poi arriverò !

Arrivato a Sanremo mi congedo da Marco e lo saluto calorosamente (ormai siamo diventati amici) e mi presento in pizzeria con un ritardo di circa un’ora e mezza. Mi odiano, hanno una fame che mangerebbero anche le gambe del tavolo. Sono diventato una barzelletta vivente. L’indomani la voce si sparge per i carruggi adiacenti al Bar Gino.Tutti gli avventori abituali lo sanno. I loro sfottò sono proseguiti per giorni.Più che agli aperitivi, in futuro dovrò stare attento alle insegne degli autobus !
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Buonanotte ai Suonatori



Un altra notte,
questa notte,
porta canti per i sognatori,
racconta favole,
porta odori,
che hanno il gusto della liberta'.
Un altra notte,
questa notte,
ruba l'ombra
e fugge via,
solo attimi di poesia,
non c'è luce nella citta'.
E buonanotte ai sognatori di questa vita,
e ai perdenti perche'vincano una partita,
ai pescatori e alle loro lampare,
a chi cammina per il mondo,
sempre avanti come il mare.
(Nomadi)

Nostalgia



Nell'attesa della stella mattutina,
reggiamo sull'amore
tutto ciò che è vivo
e con nostalgica allegria
cio'che si è perso...
L'uno nell'altro,
l'unica nostra salvezza,
il ricordo
l'unica nostra certezza.

Come in un Film



La vita è come un film,
dove i protagonisti siamo noi.
Tutte le ore,
i minuti,
i secondi
scorrono sullo schermo della memoria,
a volte a colori,
qualche volta in bianco e nero.
E' un misterioso gioco,
che qualche volta vale la pena
di essere giocato, sempre.
Ogni gesto della nostra vita
determina la bellezza o la bruttezza
del nostro destino.

Amico



Non piangere quando un amico ti lascia,
è nell'ordine delle cose.
Piangi solo
quando ti accorgi
di averlo dimenticato.
Allora,
e solo allora,
l'avrai perso per sempre....

E' Tempo



Credo che sia tempo di non sprecare tempo.
Di preparare il conto anche se ti senti stanco.
Per tutte le ingiustizie che vedi fra la gente.
Per non sentire ancora che non cambiera' mai niente......